Il Fondo Sacerdoti
Il progetto di riordino del fondo Piero Sacerdoti, a cura del Museo dell'assicurazione, è iniziato nel gennaio 2021, in seguito alla donazione da parte degli eredi, e il suo riordino è stato completato nel 2023.
Il progetto di riordino del fondo Piero Sacerdoti, a cura del Museo dell'assicurazione, è iniziato nel gennaio 2021, in seguito alla donazione da parte degli eredi. Le carte che lo compongono sono state raccolte dallo stesso Piero Sacerdoti nei suoi anni di attività, e sono state conservate con cura dalla moglie e dai figli con lo scopo di custodirne la memoria. Il fondo è composto da circa 1600 carte (tra cui lettere, ordinamenti, articoli di giornale, telegrammi) collocate in 9 faldoni e copre un arco temporale che va dal 1925 al 1988.
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Il criterio di organizzazione rispetta i diversi momenti dell’attività professionale di Piero Sacerdoti comportando la creazione di un albero archivistico suddiviso nelle seguenti voci di ordinamento:
attività di docenza, attività assicurativa, biografie e curricula, manoscritti, pubblicazioni, corrispondenza personale, fotografie, onorificenze in vita, in memoria di P. Sacerdoti (telegrammi, corrispondenza, necrologi, articoli di giornale, onorificenze, ricorrenze, comunicazioni commerciali alla famiglia), materiale per la pubblicazione.
L’inventario delle carte è consultabile in formato digitale presso la sede del Museo dell'assicurazione.
Completa il fondo la collezione dei manoscritti e degli opuscoli del professor Sacerdoti (disponibili nel catalogo del Museo) che trattano altre discipline, oltre a quella assicurativa. Un esempio è il dibattito sull’uso dell’energia nucleare.
L’importanza di questo fondo è legata alla figura di Piero Sacerdoti, che, anche al difuori dell'ambito lavorativo, ha saputo approfondire il fenomeno assicurativo attraverso analisi sociali e politiche.
Piero Sacerdoti
Nacque il 6 dicembre 1905. La sua famiglia viene descritta come parte dell’influente comunità ebraica modenese, ma strettamente legata alla città di Milano fin dall’epoca del nonno, Lazzaro Donati, che qui trasferì la sua attività bancaria nel 1899. Trascorse la maggior parte della sua vita fra Milano e Parigi, intervallando i soggiorni con dei viaggi negli Stati Uniti, a Londra e in Germania, incrementando le sue conoscenze sulla disciplina, analizzando gli andamenti del mercato e confrontandosi con grandi personaggi. A Marsiglia, dove si trasferì nel 1940 a causa dell’invasione nazista della capitale francese, sposò Ilse Klein, figlia di un avvocato ebreo tedesco. Nei successivi anni nacquero quattro figli: Giorgio (1943), Andrea ed Emilio (1946), Michele (1950). Dopo la guerra, Piero riprese l'attività lavorativa che lo portò, nel 1954, a ricevere la Légion d'honneur, la più alta onorificenza conferita dallo Stato francese, accompagnata da una grande quantità di lettere e biglietti di congratulazioni provenienti da molti Paesi. Piero Sacerdoti morì improvvisamente in Svizzera, il 30 dicembre 1966.
Il suo contributo assicurativo: la Protectrice e la R.A.S.
La carriera di Piero Sacerdoti iniziò nel 1928, anno in cui venne notato dal direttore generale dell'Assicuratrice Italiana, Carlo Ottolenghi, grazie alla pubblicazione su Il Sole del suo articolo relativo a un consistente prestito ottenuto negli Stati Uniti dalla Privat und Kommerz Bank, nella quale era impiegato come stagista. Al ritorno da Berlino, Ottolenghi gli offrì la prospettiva di un incarico per l’Assicuratrice a Londra per riorganizzare i rapporti con alcuni assicuratori britannici. Nel 1929 divenne procuratore generale e l’anno successivo procuratore legale, grazie alle sue capacità organizzative. Durante un viaggio a Chicago (1933) venne influenzato dalla visione del New Deal di Roosevelt, aderendo da quel momento in poi al modello di economia sociale di mercato, rispettoso della libertà economica dei singoli ma attento alla funzione sociale dell’impresa. Fu in questo decennio che Sacerdoti si distinse per la sua capacità di riflessione, analisi e valutazione degli sviluppi dei mercati assicurativi e dei mutamenti delle forme e delle aree di rischio, che sfociarono in numerosi articoli pubblicati su riviste italiane ed estere. Fu nel 1936 che Arnoldo Frigessi di Rattalma, amministratore delegato di R.A.S., affidò a Sacerdoti la guida e lo sviluppo delle due compagnie Protectrice-Accidents e Protectrice-Vie. Tuttavia, la grave crisi internazionale e le politiche della Germania nazista misero in difficoltà l’intera economia, compresa quella assicurativa; la crisi fu aggravata, in Italia, dalla persecuzione antisemita avviata dal regime fascista nei primi mesi del 1938, che rimodellarono anche gli assetti organizzativi delle società. A Sacerdoti fu affidato il mercato francese e dopo l’occupazione di Parigi (giugno 1940) trasferì la direzione a Marsiglia.
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Gli anni Trenta furono interessati, in tutta Europa, da politiche di welfare state, che portarono a progressivi sviluppi di forme assicurative pubbliche. Per questo motivo, Sacerdoti fu incaricato da Arnoldo Frigessi di Rattalma, amministratore delegato della R.A.S., della direzione della Protectrice-Vie e Protectrice-Accidents. Con l’inizio della crisi internazionale e le aggressive politiche naziste i mercati assicurativi divennero instabili, sottoposti a inattesi ed improvvisi eventi politici. Così, con l’inizio delle persecuzioni e l’entrata in guerra dell’Italia venne riorganizzato tutto l’assetto organico delle grandi Compagnie: Sacerdoti fu incaricato di dirigere la filiale della R.A.S. a Parigi fino al 1940, poiché con l’occupazione nazista della città trasferì la direzione a Marsiglia. Non interruppe la sua attività durante quegli anni difficili, trascorsi a cercare un luogo sicuro dalle persecuzioni: a Nizza e poi a Ginevra, Sacerdoti continuò a inviare direttive alla Protectrice; fino al 1945, anno in cui rientrò a Parigi con una consapevolezza differente ed obiettivi definiti. Nel 1947 divenne direttore generale della Protectrice, che nel frattempo crebbe notevolmente e divenne competitiva nel mercato assicurativo francese. Due anni dopo fu nominato direttore generale della R.A.S., consolidando la cooperazione tra la direzione centrale e gli agenti sul territorio; per la sua politica direzionale fu importante il suo approccio scientifico alla materia, gli studi di zona e gli indici dei risultati nel mercato, utili a coordinare le attività e a definire le strategie da applicare massimizzando lo sviluppo. La sua opera si contraddistinse per la modernizzazione del pensiero e per una costante proiezione al futuro. La sua ampiezza di visioni si concretizzò anche nel continuo investimento in capitale fisico e umano, fattore che portò la R.A.S. a mantenere il primato sul mercato interno e a competere in Europa con le Assicurazioni Generali.