Le targhe incendio
Il Museo possiede un’importante raccolta di circa 800 targhe incendio, dono generoso del collezionista Vito Platania, costituita da esemplari prodotti da Compagnie di assicurazione che hanno operato, nell’arco di un secolo, in Italia e in Ungheria.
Le targhe di Compagnie che hanno operato in Italia e che Vito Platania ha donato al Museo nel 2008 sono circa 600. Sono corredate con 133 schede in cui è riportata in sintesi la storia di ciascuna impresa assicuratrice con la data della fondazione e di ogni altra vicissitudine societaria degna di rilievo. Di ogni targa è fornita la riproduzione in alta risoluzione, con anche l'indicazione della rarità: c = comune; r = rara; rr = molto rara; rrr = rarissima.
In tal modo è stato generato un prezioso documento sullo sviluppo dell'assicurazione incendio in Italia.
Nel 2012 Vito Platania ha deciso di donare anche la sua raccolta di targhe di Compagnie ungheresi di cui è stato un appassionato studioso. Così, altre 200 targhe, di cui alcune molto rare, sono venute ad aggiungersi alle precedenti e il Museo, grazie alla generosità di questo collezionista, ne possiede ora una raccolta davvero invidiabile, interamente a disposizione del pubblico nella sala che è stata a lui dedicata e che porta il suo nome.
Questa nuova collezione di targhe è illustrata in un volume che documenta lo sviluppo dell'assicurazione incendio in Ungheria.
Vito Platania
Il dottor Vito Platania (1927-2016) è nato a Torino da padre italiano e madre ungherese. Sin dalla tenera età ha vissuto a Budapest dove ha frequentato le scuole dalle elementari fino all’università. Nel 1948 dopo un biennio, consolidatosi il regime comunista, ha deciso di interrompere gli studi per rientrare in Italia e continuarli a Firenze. Laureatosi nel 1952, ha lavorato per oltre trent’anni alla Fondiaria di Firenze.
Ha iniziato a occuparsi di targhe assicurative nel 1988 girando mezza Italia per raccoglierne di persona, ma sempre con l’intenzione di realizzare alla fine un catalogo sistematico delle targhe italiane come già ne esistevano in Gran Bretagna e in Germania.
Il passo successivo è stato quello di studiare la storia delle Compagnie di assicurazione alle quali si riferivano le targhe raccolte e per far ciò ha consultato il materiale di numerose Biblioteche e di Archivi di Stato.
Il suo catalogo de Le Targhe Incendio in Italia è stato pubblicato nel 1997 a Firenze e nel 2005 ne è stata data alle stampe una seconda edizione ampliata. Quest’ultima è stata ulteriormente arricchita di nuove targhe con gli aggiornamenti che il Museo mette a disposizione del pubblico.
Da ultimo, il dott. Platania ha portato a termine un pregevolissimo lavoro di ricerca e analisi dal titolo Manuale delle targhe incendio in Ungheria. Si tratta - come si può constatare sfogliando il volume - di un'opera eccezionale e unica nel suo genere, perché documenta la storia di tutte le compagnie di assicurazione che hanno esercitato il ramo incendio in Ungheria e, quindi, anche di quelle di cui non è stata rintracciata finora alcuna targa.
La nascita delle targhe incendio
Le targhe incendio, il cui uso risale al Seicento, venivano affisse sopra l’ingresso delle case assicurate per indicare ai pompieri addetti quali fossero gli edifici di cui dovevano spegnere l'eventuale incendio e soltanto successivamente, un paio di secoli dopo, la loro funzione si ridusse a quella di pubblicizzare il nome dell’impresa assicuratrice.
Infatti, alle origini dell’assicurazione contro il fuoco non esisteva un servizio pubblico per lo spegnimento degli incendi cosicché erano le stesse Compagnie di assicurazione che dovevano provvedervi in qualità di maggiormente interessate a limitare questi danni.
Allo scopo, erano state costituite delle squadre private di pompieri che intervenivano in prima battuta sugli edifici che risultavano assicurati dalla Compagnia per la quale operavano. La targa - quasi sempre di latta stampata - serviva proprio a individuare a chi spettasse tale compito.
La rarità di una raccolta di questo tipo sta nel fatto che questa pratica è andata in disuso da tempo e di conseguenza la reperibilità di queste targhe è divenuta sempre più difficile.